Difficoltà emotive comportamentali: in che modo si esprimono?

Difficoltà emotive comportamentali: in che modo si esprimono?

Le difficoltà emotive-comportamentali di un bambino sono riferite a disturbi che lo stesso bambino prova nel momento in cui si trova a gestire la relazione con gli altri e la propria emotività. I disturbi emotivi e relazionali si esprimono mediante atteggiamenti isolamento o aggressività.

Il bambino con queste problematiche è spesso protagonista di episodi di rabbia e, in generale, fa più fatica degli altri ad accettare le regole.

In tutte queste occasioni è poi necessario provare ad individuare la causa o le cause che originano il disagio ed intervenire con pazienza e perseveranza.

Le cause

Le difficoltà emotive e comportamentali molto spesso non hanno una causa specifica ma sono piuttosto originate da un numero vario di fattori. L’incapacità di gestire le proprie emozioni, può infatti essere generata da:

  • problematiche legate ad un attaccamento tra il bambino e le figure genitoriali, di tipo insicuro o disordinato,
  • fattori di tipo biologico, ad esempio di tipo ereditario, precoce esposizione a droghe, malattie o disabilità,
  • problemi nel contesto familiare, come ad esempio il momento del divorzio dei genitori, un ambiente litigioso, una scarsa attenzione ai ruoli e modalità educative deboli
  • un ambiente scolastico poco attento alle diversità culturali, o poco supportivo verso particolari esigenze di apprendimento

Su tutti questi fattori è però possibile intervenire in modo efficace, limitando o addirittura eliminando il disagio.

Gli atteggiamenti da monitorare

È spesso molto difficile distinguere i segnali più seri di un disturbo emotivo – comportamentale da un semplice momento di disagio. Il contrasto con l’adulto o il capriccio sono infatti un fattore normale nella crescita di un bambino e un semplice episodio non è di per sé un chiaro segnale.

Il bambino con difficoltà di questo tipo reagisce tipicamente in due modi opposti e cioè:

  • con atteggiamenti di particolare aggressività e rabbia
  • comportandosi in modo introverso, fino ad isolarsi dal contesto di riferimento e non mostrando interesse verso alcun che.

Consigliamo però, prima di allarmarci rispetto ad una eventuale seria problematica, di parlare di questi atteggiamenti anche con amici e genitori di coetanei, in modo da condividere e valutare questi comportamenti, anche alla luce di un chiaro confronto con altre esperienze.

I segnali critici

Le condizioni in base alle quali è possibile ipotizzare un vero e proprio disturbo sono:

  • la durata, se cioè è possibile osservare degli “stadi” nel disagio, con relativi superamenti o invece si tratta di un perdurare costante di stati di aggressività o di isolamento,
  • l’intensità del comportamento. Se un capriccio è infatti un fatto di per sé normale, pericoloso è invece osservare un costante atteggiamento di chiusura o disinteresse, che porta in modo progressivo al vero e proprio isolamento del bambino,
  • età del bambino. Se è vero che ogni bambino ha i propri tempi nello sviluppo emotivo, è altrettanto vero che, rilevare in un bambino di sei anni comportamenti tipici di un bambino di due anni, deve rappresentare un segnale di allarme.

Cosa fare

Le prime misure da prendere si riferiscono principalmente alla sfera della prevenzione. È infatti auspicabile che, individuati uno o più fattori scatenanti, il primo intervento sia proprio quello di eliminare il fattore scatenante, o mettere in atto una serie di azioni che possano limitarne l’influenza negativa.

In particolare, consigliamo di:

  • correggere subito i fattori ambientali negativi, incoraggiando i comportamenti positivi,
  • fornire al bambino chiare indicazioni circa le nostre aspettative,
  • adoperarsi per creare intorno al bambino un ambiente coerente con i comportamenti attesi, anche analizzando e modificando abitudini di vita che individuiamo come errate,
  • incoraggiare in ogni modo la partecipazione del bambino ad attività di socializzazione e alla vita scolastica.

Il supporto esterno

Sono molte le strutture di riferimento che propongono diversi i percorsi a supporto delle famiglie nei casi di disagio emotivo-comportamentale del bambino. Si tratta di piani di intervento in cui è estremamente importante il contributo della famiglia, che viene infatti coinvolta spesso anche con incontri dedicati.

Gli interventi spesso non solo soltanto riferiti alla gestione di situazioni gravi e conclamate, ma hanno anche l’obiettivo di prevenzione, specie nei casi in cui si verifichino eventi di particolare intensità (come ad esempio un grave lutto) che possano generare nei più piccoli situazioni di stress emotivo.