Le strategie ludiche per motivare un bambino

Le strategie ludiche per motivare un bambino

La motivazione di un bambino verso l’apprendimento non è una condizione di per sé scontata e talvolta è necessario che l’adulto metta in atto alcuni piccoli trucchi per incoraggiarlo alla scoperta del mondo che lo circonda e soprattutto alla sua interazione con il mondo stesso.

La scarsa motivazione negli anni prescolari e scolari è spesso direttamente collegata al livello di autostima che il bambino ha raggiunto. È infatti possibile che il bambino non voglia misurarsi con qualcosa di nuovo perché ritiene di non esserne all’altezza e, di conseguenza, lavorare sulla sua autostima può rappresentare un ottimo punto di partenza.

Imparare è bello

Fin dalla prima infanzia sono diversi i modi per rafforzare nel bambino l’entusiasmo verso l’apprendimento, a cominciare da un momento dedicato alla lettura dei libri. È questa un’abitudine fortemente consigliata perché abitua il bambino al piacere della conoscenza.

Da qui il percorso è tracciato: crescendo si imparano sempre più cose ed è naturale che, man mano, le conquiste richiedano più attenzione ed impegno. L’apprendimento scolastico non è che uno step di un percorso in cui al bambino sono offerte varie entusiasmanti opportunità.

Non dimentichiamo infine di applicare le competenze apprese dal bambino sui banchi di scuola alla vita reale. Per fare qualche esempio, permettendogli di leggere le insegne o i cartelli stradali per dimostrargli quanto sia bello saper leggere e come questa competenza lo renda ancora più vicino al mondo degli adulti.

Incoraggiare..ma non troppo

Il metodo del “rinforzo” può essere un valido strumento di incoraggiamento e di motivazione rispetto al quale però vogliamo introdurre qualche punto di attenzione.

Valorizzare le capacità di un bambino può diventare infatti inefficace se viene fatta troppo spesso e per qualunque motivo. Poniamo dunque l’accento sulle reali conquiste, concentrandoci su quelle che hanno richiesto maggiore fatica al nostro bambino.

Diversamente rischiamo di far pensare al bambino di essere perfetto, rendendolo un individuo egocentrico che farà fatica ad accettare gli errori e le sconfitte.

Chi non fa non sbaglia

L’errore è il normale rischio che corre chi si accinge ad apprendere e ad applicare quanto ha appreso. Nessuna tragedia dunque se il bambino non porta a termine un compito assegnatogli o non lo fa in modo corretto.

Proviamo invece a rendere questa esperienza il punto di partenza per ripartire e ricostruire la sua autostima nelle sue capacità. Iniziamo con fargli capire che il nostro amore nei suoi confronti non è in alcun modo condizionato dai suoi risultati e – sgombrato il campo da questa che rappresenta la sua principale paura – supportiamolo offrendogli gli strumenti più adatti a ricominciare e raggiungere i suoi obiettivi.

Raggiungere la meta a piccoli passi

Se ci troviamo di fronte a un bambino particolarmente insicuro e ansioso di raggiungere un obiettivo che ritiene molto al di sopra delle sue possibilità, un modo efficace di ridurre la sua ansia è quello di indicargli gli step che deve raggiungere prima della meta finale.

Concentrandosi su uno step alla volta, il bambino si sentirà più confidente a raggiungere l’obiettivo e poco alla volta completerà il compito che riteneva in un primo momento impossibile da farsi. Raggiungo l’obiettivo, mostriamo entusiasmo per il risultato, in modo da rinforzare la sua autostima, ricordandogli come da solo ha superato le sue paure.

Seguire le naturali inclinazioni

Incoraggiamo il bambino a sviluppare la propria personalità e la propria stima di sé lasciandolo libero di scoprire ed imparare secondo le sue naturali inclinazioni. Questo significa anche lasciarlo sbagliare, per poi mostrargli una modalità diversa di lavoro. Evitiamo di imporgli modelli che potrebbero diminuire la sua autostima.

Generare curiosità

Un buon metodo per attirare l’attenzione e la motivazione verso l’apprendimento è quello di generare curiosità verso un argomento, narrando un aneddoto personale o raccontando una storia. Occorre poi proseguire chiedendo agli stessi bambini di fare domande in merito al racconto, in modo da introdurli poco per volta nello specifico argomento.

I bambini non soltanto saranno attratti dal racconto dell’educatore, ma memorizzeranno in modo molto più efficace quanto viene raccontato.

L’entusiasmo è la chiave di volta

La motivazione, nei bambini come negli adulti, richiede positività nell’approccio, a prescindere dai risultati e dalle possibili problematiche. I bambini “assorbono” le attitudini degli adulti: per questo motivo se gli educatori sono entusiasti rispetto all’insegnamento, i bambini ne risulteranno motivati.